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domenica 18 ottobre 2020

Paleopugilisticamente


Nel mentre di una buona forma fisica incrociata, attraversata grazie al sapiente miscuglio che ha saputo coinvolgere anche le generazioni post- moderne e con esse annoiati avventori alla ricerca del meglio in tendente ascesa, con  arrogante pretesa del tutto e ora, con poco o nullo coinvolgimento culturale.
Ormai la tradizione è fuori tempo e i pochi sostenitori rischiano il marchio degli atavici illusi, nostalgici del nulla, rettili ostinati, anti-progressisti a prescindere.

 

E poi, uno svilente transito del cinquantenne tatuato a dovere in maglietta dalle stampe trasgressive , con la madre ottantenne ad accompagnarlo a visita, perché preoccupato di un male immediato che in realtà è pura ansia, il male delle masse pilotate in sapienti percorsi dai quali è difficile uscire se non si hanno solide fondamenta nel midollo.

E l'altro ancora, una sbucciatura sul ginocchio per una giusta motivazione apocalittica ansiogena, che forse appartiene agli uomini di questi giorni, ma non agli uomini che tali si possano definire.

Un pallore di imbarazzo davanti a colui che ha ridimensionato il  credere di essere forte e resistente: sì, magari era un'idea, che messa ai fatti, è rimpicciolita come le bistecche che perdono acqua in cottura.

Eppure, non tutti i guerrieri sono in palestra, forse una fortuna per essi, forse una giusta divisione, anche se, un sogno avere quei caratteri al cospetto del guantone e del combattere.

Ancora da approfondire, una frequentazione fin troppo scarsa, a dispetto di una notevole ammirazione per colui, che in una sciatalgia acuta, anziché cedere il passo e assecondare gli sposizionamenti della propria colonna vertebrale, ha preferito ovviare su una diversa arte corporea, restando vicino a quel concetto di vita, nel quale non ti piangi addosso e combatti il tuo quotidiano.

Seppur grati delle agevolazioni procurate dalle modernità, non dovremmo mai dimenticare di esser legno, che nonostante il tempo resta sempre caldo, mai uguale a se stesso, da ogni singolo pezzo si ricava sempre qualcosa di diverso e purtroppo in tanti hanno dimenticato, o non conoscono affatto la quercia, l'olmo o il rovere.

Aprile anno 2020

Vederlo apparire su quella soglia è stato come incassare male un gancio sinistro  sulla regione mentoniera; solo che quel giorno, il colpo è arrivato al cuore e la sensazione  era distante dall'essere piacevole.

Non era come quei debosciati che si presentano in un pronto soccorso per una puntura di insetto o una sbucciatura al ginocchio, anzi, devono averlo costretto e così è stato:

da un referto di esami ematici fin troppo alterati, si è innescata la procedura di invio in ospedale per le diagnostiche d'urgenza.

Quel che segue  è facile da immaginare, almeno per chi ha già avuto a che fare con la bestia.

Nel mentre della sofferenza, non vi sono mai state colpe altrui né rancori, solo amore e giochi di sguardi che mai andranno persi, anche nello sconforto, non vi è mai stata sconfitta, semmai un crescendo di premura gestita con maestria da giovani cuori, che involontariamente hanno smentito il luogo comune della saggezza in tarda età, dando luogo ad uno spettacolo misto di benevolenza, altruismo e forza che pochi occhi hanno saputo vedere. Che nell'onore di pochi possano crescere in diversi.

 





 

 


domenica 15 dicembre 2019

Il Mondiale con Maradona

Il pugile autentico, quello che magari non ha vinto nessun titolo, ma sa combattere, lo riconosci da come incassa, da come si muove, dalle posture con cui ti guarda e spesso, dal naso inopportuno.
A volte si ha la fortuna di incontrare gladiatori del ring senza neanche accorgersene, tanto poca è la notorietà  per i non addetti ai lavori.
Eppure, conservo con orgoglio i ritagli di giornale dei tempi in cui la Noble art era in prima pagina con Gianfranco Rosi, i fratelli Stecca, il peso massimo Francesco Damiani, Luigi Minchillo...
Il pugilato andava in onda in orari umani ed aveva una buona fetta di spettatori armati di birra e semi di zucca.

A vivere di troppi ricordi a volte ci si fa male più che a prender un diretto in bocca, ma il mondiale con Juan Martin Coggi chi lo scorda più:
pugile argentino, amico di Diego Armando Maradona, alla prima difesa del suo Titolo dei superleggeri al Palamaggetti di Roseto degli Abruzzi contro il coreano Sang-Ho Lee, che mise Ko al secondo round il 7 maggio del 1988.
Noi ragazzi abbiamo avuto modo di allenarci con le squadre dei due antagonisti e mai come allora, il palasport di Roseto ha richiamato così tante persone per una riunione pugilistica, complice quel campione argentino di calcio che elargiva autografi a iosa.
Una serata memorabile, piena di luci e aspettative come nei match di oltreoceano.
Per noi ragazzi del Maestro Goffredo, è stato un evento unico, che forse non avremmo mai più vissuto se non nei ricordi delle nostre balorde, romantiche cene.
Sulla costa il sogno continua, da Roseto, passando per Giulianova fino a Tortoreto.



Tulipano messenico



























domenica 25 agosto 2019

Morso di squalo nostrano

Il morso di una vorace zanzara estiva fu letale al pavido guerriero e paladino dello zucchero filato, che fortuna volle, non perì in quella occasione, ma ebbe una pausa forzata nelle sue attività.
più che altro, destò preoccupazione il modesto rubor, sede del feroce attacco, visti i tempi, dove tutto si conquista a suon di facili doni e costose armature, il nostro, casualmente sprovvisto di tutto punto fu facile preda.

Castrum Novum, anno 2019
L'educazione dovrebbe essere come minimo fidanzata con il giudizio di un uomo, da sole avrebbero poco da dire per definizione.
E di certo un uomo non è tale per il valore dei regali ricevuti, il che si avvicina ad una paternale dai tratti moralistici, ma non lo è affatto.
Logica, al pari dell'analisi grammaticale.
Il pugile è forte per il suo talento, per i sacrifici che fa, per le privazioni cui è costretto per ambire ad un risultato, la disciplina e il rispetto delle regole faranno di lui un uomo di valore, oltre che atleta.
I guantoni odierni dai camouflage ai colori con stampe più cha accattivanti, quasi fanno arrivare una strana nostalgia dei tempi in cui i colori dei guantoni da boxe erano neri o rossi, punto.
Anche gli scarponcini vintage, per quanto fascinosi non saranno mai confortevoli e funzionali come gli odierni, delle marche più prestigiose.
Eppure, udite, anzi no, leggete se vi va, tutti gli equipaggiamenti del pianeta, non faranno mai l'atleta nel suo significato nobile.
Ed è anche provato senza alcuna ricerca scientifica ed evidente, che gli umanoidi odierni, per quanti equipaggiamenti possano avere a disposizione, resteranno in attesa di conferma sulla "dicitura" in fondo al documento di identità, per quanto riguarda l'essere "uomo o donna", in base alle propria condotta e statene certi, nessuno è più al sicuro dai morsi dei piccoli ematofaghi.
Fuori i secondi.


martedì 30 luglio 2019

In elegante equilibrio

Il primo Rocky Balboa vede il protagonista nella sua prima serata galante in una pista di pattinaggio su ghiaccio, dove rincorre la sua amata, a tratti goffa sui pattini.


Nonostante la maggior difficoltà e la richiesta di grandi doti atletiche, il pattinaggio a rotelle è meno popolare di quello sul ghiaccio e ad oggi, non ha accesso ai giochi olimpici.








Eppure, gli allenamenti sono duri ed eleganti allo stesso tempo, le movenze sinuose e potenti,  le coreografie da cardiopalmo quasi a togliere il fiato come se il tutto fosse surreale.
Senza pause estive, senza soste, le rotelle girano e volteggiano, i corpi scivolano e saltano nella loro bellezza, nei sogni impossibili resi possibili come solo nelle discipline a noi care.
Eppure, nella teoria del pescivendolo con patentino di guardiadivani, non converrebbe tale pratica, a quale scopo poi? Se anche fosse la gloria di quindici vittorie mondiali, non varrebbe il gioco.
Ognuno ha la sua ignoranza nell'arte, compresa quella corporea e si è sempre in pochi a riconoscere ed apprezzare i talenti, anche quando sono atletici ma lontani dalle masse.




Oggi c’è un cielo e una luce che “Dammi la mano che ti porto a pattinare”.


(Fabrizio Caramagna)







lunedì 25 febbraio 2019

Un pugno è per sempre

Chi ha praticato la boxe per diverso tempo ed ha avuto la fortuna di aver avuto un buon Maestro, è quasi certo di non dover pagare mai più una palestra per allenarsi, poiché, gli insegnamenti ricevuti, bastano per una vita intera e forse per un'altra ancora.
Il prodotto finale, l'arte del tirare, incassare e schivare pugni, arriva dopo anni di allenamenti talmente belli e disumani, che a volte sembrano finzione cinematografica.
I giochi di gambe, gli addominali a testa in giù come pipistrelli, il saper usare tutto quel poco che vi è in palestra, o tutto quello che l'ambiente offre, spesso, si confonde con il mare, fluido, adattabile, irascibile e meraviglioso.
E l'aria torbida con le particelle di sudore che giocano anch'esse al pugilato, i sogni prendono forma nei guantoni maleodoranti e nei bendaggi sempre logori.


mercoledì 16 gennaio 2019

Ustione di nessun grado

Fu attirato in trappola dalle sue ossessioni, a lei bastò poco per innescarlo: una bruciatura sulla mano dalla mattina, arrivata fino a sera senza metterci nulla sopra, totalmente scondita nelle cause e negli effetti.
Lo scopo era ironizzare sugli eventi pregressi, conoscendo la bestia  nelle sue debolezze, la gestione è stata semplice quanto l'uso di un telecomando.
Al pari di quel giorno, in quella catastrofe, complice la temperatura del forno con una presina logora, dove sarebbero afferiti diversi mezzi di emergenza, tra cui elicotteri della lego e modellini di ambulanze da costruire in due settimane.
Nel contempo, tra un incasso non monetario e una schivata, il cuore sempre in alto, lo spirito a volte tentenna, ma mai e poi mai cede un passo, nei sudori e nei calici, quando il comune senno avrebbe chiuso il conto con biglietto di sola andata, alcune gambe continuano il loro gioco, a destra e sinistra, avanti e indietro, a volte prevedibili, altre ferme al confronto.
L'ecchimosi a volte si accompagna  alle abrasioni create dallo sfregamento dei guantoni, con un prodotto facciale simile ad una ustione.
Eppure, quei matti continuano, continuano, con pugni e prese per il culo, eleganti spostamenti, gaffe e costati crinati, fuori forma in leggero sovrappeso o in agile famelica magrezza, tipica dei pugilatori.